Cronaca di una mattina al mercato di Luino fra riaperture e speranze

Le difficoltà degli ambulanti ad una settimana dal ritorno dei banchi di tutte le tipologie di prodotti. “Ora aspettiamo che arrivino gli svizzeri"

Servizio di VareseNews

A sette giorni di distanza, nella giornata di mercoledì 21 aprile le bancarelle sono tornate in piazza, ma quali sono le aspettative degli ambulanti in un momento come questo dove la ripresa si sente dietro l’angolo, complice anche l’esplodere della primavera?
«La nostra forza è, ed è stata, quella di aiutarci e sostenerci uno con l’altro, mobilitandoci affinché il nostro lavoro potesse riprendere il più presto possibile. La chiusura forzata non ci ha sicuramente aiutati, siamo rimasti fermi per più di un mese», commentano alcuni commercianti.
«Per ora si lavora solo con la gente del posto e per alcuni di noi questo rappresenta una difficoltà: chi viene da lontano non riesce a coprire i costi del trasporto con l’incasso », continuano.

Andamento lento

Una ripresa molto lenta che vede una speranza di accelerazione nella riapertura programmata per il 27 aprile, così come ci ha raccontato Vittorio Bernardo, anche lui ambulante del settore alimentare e rappresentante “Fiva Confcommercio” dei colleghi: «Aspettiamo e continuiamo ad invitare le persone a venire al mercato, siamo all’aperto e adottiamo tutte le misure di sicurezza a noi imposte. È forse uno dei luoghi più sicuri in cui il cittadino può andare; le norme permettono distanziamento e sicurezza e la vasta quantità di merce, di non assembrarsi verso un unico prodotto».

La proposta da Lavena Ponte Trese

È grande la difficoltà che comporta questa situazione e in alcune aree, come quella di confine, i politici locali hanno iniziato a chiedere decisioni rapide. Pochi giorni fa è arrivata la proposta del Sindaco di Lavena Ponte Tresa, Massimo Mastromarino: dalla Svizzera, in zona gialla, ingressi senza tampone nell’area di confine in una fascia di 20 chilometri.

Un’idea a cui molti ambulanti hanno risposto in modo positivo: «Siamo contenti, gli svizzeri rappresentano uno dei principali bacini di provenienza della nostra clientela. Comporterebbe una ripresa economica delle nostre zone e questo non può essere che un bene», conclude Vittorio.

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