Prendendo spunto dall’ultimo libro della giornalista Myrta Merlino, “Donne che sfidano la tempesta”, Terziario Donna ha organizzato un incontro sull’importanza dell’imprenditoria femminile come settore strategico del Paese e come chiave per l’affermazione definitiva del ruolo delle donne nella società.
All’evento hanno partecipato Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia; Anna Lapini, presidente nazionale Terziario Donna e l’autrice del libro. Insieme a loro la nostra Cristina Riganti, presidente provinciale e vicepresidente nazionale del Terziario donna di Confcommercio.
Gli onori di casa sono stati fatti dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che ha rivolto un saluto ai presenti ricordando l’importanza delle presenza dei corpi intermedi soprattutto durante la crisi pandemica e ancora oggi con la crisi ucraina.
LE PAROLE DI ANNA LAPINI
Secondo la presidente di Terziario Donna, Anna Lapini (nella foto con Myrta Merlino e il ministro Bonetti), «dopo due anni di crisi sanitaria, per rimettere in piedi l’economia italiana, oggi più che mai dobbiamo necessariamente affrontare il tema dell’aumento dell’occupazione e della valorizzazione, anzi mi permetterei di dire dell’utilizzazione delle competenze delle donne, che rappresentano una risorsa fondamentale e insostituibile».
LE PAROLE DI MYRTA MERLINO
Myrta Merlino ha sottolineato che il suo, «è un libro che vuole raccontare la traversata speciale che le donne hanno fatto durante la tempesta, perché non eravamo nella stessa barca degli uomini. L’approccio maschile è stato e ora che succede? L’approccio femminile è stato e ora che facciamo?». Secondo la Merlino, «il vero punto debole delle donne è la mancanza di solidarietà tra di loro».
L’INTERVENTO DEL MINOSTRO BONETTI
La ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti ha osservato che le «donne devono essere messe nelle condizioni di agire e di essere forza sociale». «Abbiamo costruito delle regole strutturali – ha proseguito – che penalizzano le donne, la politica ha il dovere di dire la verità e di non arrendersi. C’è una chiamata storica per il Paese: creare un processo che faccia sì che nessuna donna dopo di noi si faccia le domande che ci siamo fatte noi».
«La parità – ha aggiunto la ministra – non è un rimozione di differenze ma vuol dire che è possibile accedere in ogni ambito lavorativo».