Confcommercio sulla Finanziaria: «Margini stretti, giusta la concentrazione delle risorse per il contrasto al caro energia»

Il Consiglio dei ministri ha varato la prima “finanziaria” del governo Meloni. Contiene misure per quasi 35 miliardi di euro il documento di programmazione pluriennale, 2023-2025. È una manovra per due terzi consacrata al contrasto al caro energia (21 miliardi) e che prova a fare i conti con la difficile congiuntura economica internazionale.

La premier Giorgia Meloni ha definito la finanziaria «una manovra importante e coraggiosa a sostegno dei cittadini, con particolare attenzione ai redditi bassi e alle categorie in difficoltà», mentre il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato l’approccio «prudente e realista» che tiene conto della situazione economica internazionale in un’ottica «sostenibile per la finanza pubblica», con gran parte delle risorse per interventi a sostegno di famiglie e imprese «per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione».

IL COMMENTO DI CONFCOMMERCIO

«Giusta la concentrazione delle risorse sul versante del contrasto del caro energia, in particolare attraverso il potenziamento dei crediti d’imposta finalizzati a mitigarne l’impatto sulle imprese. Positiva la conferma del gasolio commerciale, indispensabile per la competitività dell’autotrasporto nazionale. Da rivedere, invece, la riduzione delle agevolazioni per le accise sui carburanti. Bene l’alleggerimento del prelievo fiscale sul lavoro autonomo. Ma occorrerà fare di più per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, tenendo conto, in particolare, della maggiore onerosità dei nuovi ammortizzatori sociali per le imprese del terziario di mercato».

«Bene anche – prosegue la Confederazione – l’impulso fiscale ai premi di produttività, ma la stessa linea d’intervento andrà messa in campo per una più generale detassazione degli aumenti contrattuali e per il welfare aziendale. Andranno, inoltre, rafforzate le misure di sostegno agli investimenti delle imprese, a partire da quelli funzionali ai processi di transizione digitale ed ambientale, e le misure di settore per il turismo e la cultura. E andranno anche sostenute moratorie creditizie e ristrutturazioni dei prestiti bancari. Necessaria, ancora, la riproposizione, per il 2022 e per il 2023, delle misure emergenziali, varate nel periodo pandemico, in materia di ammortamenti e capitale sociale. Andrà poi risolta la questione del payback sui dispositivi medici, che mette a rischio il sistema della fornitura ospedaliera».

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