Le richieste contenute nel documento dal titolo Le ragioni delle imprese, la responsabilità della politica. Le proposte del terziario per la prossima legislatura sono rivolte a tutti e partiti e movimenti che prenderanno parte all’appuntamento elettorale.
Sono in tutto sette le aree di intervento selezionate da Confcommercio: Legalità e sicurezza; PNRR e politica di coesione; La riforma del fisco; Lavoro e contrattazione, politiche attive e formazione; Welfare; Non nuocere alla demografia; Dalla crisi energetica ad una politica per la sostenibilità come fattore di sviluppo.
Il documento si conclude con cinque agende, rivolte ad altrettante aree di intervento: Turismo; Cultura; Professioni; Giovani; Imprenditoria femminile.
Vi presentiamo un focus ogni giorno con le richieste dell’associazione. Oggi spazio alla Riforma del fisco
DI SEGUITO le aree di intervento fin qui pubblicate:
LA RIFORMA DEL FISCO
Per l’avanzamento della riforma del sistema fiscale sarà utile prendere le mosse dal lavoro istruttorio e dai punti di convergenza raggiunti nel contesto del “cantiere” del disegno di legge delega in materia.
Occorre, anzitutto, proseguire nel processo di revisione dell’IRPEF
– parzialmente anticipato con la Legge di Bilancio per il 2022 – secondo uno schema di intervento che ricomprende:
> riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito;
> semplicità degli adempimenti;
> equità, con l’introduzione di una no tax area senza disparità di trattamento tra le diverse tipologie di reddito da lavoro o da pensione;
> conferma del principio di progressività anche attraverso un uso accorto delle detrazioni e delle deduzioni d’imposta.
Al contempo, al fine di stimolare l’iniziativa economica ed imprenditoriale, è necessario mantenere il regime forfettario di tassazione (flat tax) in favore dei piccoli imprenditori e dei lavoratori autonomi con ridotto volume di ricavi o compensi, con la contestuale previsione di un equo periodo transitorio a tassazione ridotta in caso di incremento di fatturato oltre il limite previsto, finalizzato ad un graduale approdo al regime ordinario di tassazione.
Sempre con riferimento alla tassazione del reddito di impresa, occorre prevedere strumenti che – oltre a rendere neutra fiscalmente la scelta della forma giuridica dell’attività di impresa – favoriscano il reinvestimento degli utili nella propria azienda e, quindi, una maggiore patrimonializzazione ed una crescita dimensionale tanto delle imprese più piccole, quanto delle società di capitali.
Ires, Irap e Iva
Occorre, inoltre, un intervento di riforma dell’IRES volto ad una maggiore semplificazione dell’imposta e ad un maggiore avvicinamento dell’utile di esercizio al reddito imponibile.
Al riguardo, particolare attenzione deve essere riservata alla disciplina degli ammortamenti e alla revisione dei costi totalmente o parzialmente indeducibili.
In un contesto in cui si aggravano i rischi di crisi d’impresa, andrebbero inoltre riproposti gli interventi “emergenziali” in materia di sospensione temporanea: dell’ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali ed immateriali; delle disposizioni in materia di riduzione del capitale per perdite e di riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.
Va affrontata anche la questione del progressivo superamento dell’IRAP, assicurando, comunque, il finanziamento del fabbisogno sanitario. La Legge di Bilancio per il 2022 ha abrogato l’imposta regionale per le persone fisiche e le ditte individuali. Occorrerà pervenire alla abolizione del tributo anche per le imprese costituite sotto forma di società.
Con riferimento all’IVA, qualsiasi intervento mirato alla razionalizzazione della struttura dell’imposta (numero e livello delle aliquote) non dovrà tradursi, in alcun modo, in un complessivo incremento della tassazione indiretta su beni e servizi.
Il catasto e sistema di riscossione
La riforma del catasto deve essere finalizzata a ridurre l’abusivismo edilizio nelle sue diverse forme. Qualsiasi ulteriore intervento di revisione del catasto che comporti un incremento della già elevata tassazione immobiliare (tassazione sul possesso, sul reddito prodotto e sugli atti di trasferimento) non sarebbe accettabile.
Occorrerebbero, invece, specifiche misure destinate ad attenuare, almeno temporaneamente, l’imposizione locale sugli immobili strumentali delle imprese nei casi di non svolgimento, a causa di crisi, dell’attività economica.
Al contempo, occorre avanzare nel percorso di costruzione di un federalismo fiscale pro-competitivo e solidale.
Bisogna, inoltre, proseguire nel processo di revisione del sistema nazionale di riscossione,
già avviato con l’ultima Legge di Bilancio, potenziando l’efficienza amministrativa
e semplificando il sistema nel suo complesso. Vanno messe in campo procedure di
rateizzazione di lungo periodo dei debiti fiscali iscritti a ruolo.
Bene, intanto, l’approvazione definitiva della riforma della giustizia e del processo
tributari, in attuazione degli obiettivi del PNRR.
Il contenzioso tributario
Il contenzioso tributario va reso più celere, tenendo conto dell’impatto che esso può
avere sulla fiducia degli operatori economici, compresi gli investitori esteri. Va anche
ridotto l’elevato numero di ricorsi in Cassazione. Gli obiettivi andranno raggiunti anche
grazie all’istituzione della figura specializzata dei magistrati tributari .
Occorre l’impegno per un solido percorso di tax compliance nei rapporti tra fisco e
contribuente. Al riguardo, vanno incentivati meccanismi strutturali di premialità per
i contribuenti virtuosi, come gli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA), e ridotti i
termini di controllo e di accertamento nonché accelerati i rimborsi fiscali.
Bisogna semplificare il sistema fiscale del nostro Paese nel suo complesso. Non si
tratta di una “missione impossibile”. Occorre partire dall’attuazione di alcuni principi
fondamentali dell’ordinamento tributario.
In particolare, è necessario:
> riordinare e stabilizzare le norme tributarie, eliminando quelle inutili e superflue, e
sistematizzare le altre disposizioni in un unico “Codice Tributario”;
> applicare, concretamente, l’irretroattività delle disposizioni tributarie e
“costituzionalizzare” lo Statuto dei Diritti del Contribuente