Elezioni, le nostre proposte. CRISI ENERGETICA COME FATTORE DI SVILUPPO

In vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, Confcommercio Imprese per l’Italia ha elaborato un documento sui temi più importanti e le urgenze da affrontare

Le richieste contenute nel documento dal titolo Le ragioni delle imprese, la responsabilità della politica. Le proposte del terziario per la prossima legislatura sono rivolte a tutti e partiti e movimenti che prenderanno parte all’appuntamento elettorale.

Sono in tutto sette le aree di intervento selezionate da Confcommercio: Legalità e sicurezza; PNRR e politica di coesione; La riforma del fisco; Lavoro e contrattazione, politiche attive e formazione; Welfare; Non nuocere alla demografia; Dalla crisi energetica ad una politica per la sostenibilità come fattore di sviluppo.

Il documento si conclude con cinque agende, rivolte ad altrettante aree di intervento: Turismo; Cultura; Professioni; Giovani; Imprenditoria femminile.

Vi presentiamo un focus ogni giorno con le richieste dell’associazione. Oggi in evidenza la crisi energetica come fattore di sviluppo.

DI SEGUITO le aree di intervento fin qui pubblicate:

👉 Non nuocere alla crescita demografica

👉 Welfare

👉 Lavoro e contrattazione. Politiche attive e formazione

👉La riforma del fisco

👉PNRR e politica di coesione

👉Legalità e sicurezza

DALLA CRISI ENERGETICA AD UNA POLITICA PER LA SOSTENIBILITA’ COME FATTORE DI SVILUPPO

Lo scenario dell’attuale crisi energetica conferma l’errore di lungo corso di una mancata, adeguata diversificazione di fornitori e fonti dell’approvvigionamento energetico del nostro Paese, che risulta così strutturalmente più vulnerabile ed esposto a forti oscillazioni dei prezzi delle commodities.

Va, dunque, perseguito, tra l’altro, l’obiettivo strategico del Mediterraneo come grande bacino di riferimento per il fabbisogno europeo di gas e, in questo contesto, dell’Italia come hub.

Più Europa

Serve più Europa: per un energy recovery fund, oltre che per la fissazione di un tetto europeo al prezzo del gas e per rivedere strutturalmente le regole di formazione del prezzo dell’elettricità, largamente dipendente dal costo della produzione da centrali a gas. Ma anche – sulla scorta di REPowerEU – per l’impulso ulteriore alle energie rinnovabili ed all’efficienza energetica, utilizzando, in particolare, l’incentivazione fiscale per la promozione dell’autoconsumo e delle comunità energetiche.

Intanto, nel nostro ordinamento vanno stabilizzati i meccanismi agevolativi in materia di riqualificazione energetica ed edilizia, semplificando le norme, migliorando il meccanismo della cessione del credito, garantendo i controlli.

Riattivazione e ammodernamento

Nel nostro Paese, contrastare l’emergenza e costruire una politica energetica adeguata alla portata delle sfide in campo significa, anzitutto, superare i “no” preconcetti e l’ipertrofia burocratica che, troppo spesso e troppo a lungo, hanno bloccato decisioni e realizzazioni.

Occorre, infatti, rafforzare le infrastrutture energetiche necessarie per l’importazione di GNL, potenziando la capacità di rigassificazione, ma anche rilanciare la produzione nazionale di gas e procedere alla riattivazione temporanea delle centrali a carbone.

In generale, vanno accelerati realizzazione e ammodernamento di impianti di produzione da fonti rinnovabili, di elettrodotti e di asset energetici strategici, tra cui i sistemi di accumulo dell’energia elettrica. Va curata la partecipazione italiana ai progetti europei sul nucleare di nuova generazione.

Riforma strutturale

Accanto agli strumenti emergenziali di contrasto degli impatti del caro energia – tra cui crediti d’imposta parzialmente compensativi e misure di mitigazione temporanea degli oneri di sistema e del carico di IVA ed accise – va affrontata la questione della riforma strutturale tanto delle componenti fiscali e parafiscali che gravano sulle forniture di energia, quanto degli oneri generali di sistema. In quest’ultimo caso, anche attraverso la stabile destinazione alla loro riduzione del gettito derivante dalle aste per l’assegnazione delle quote di emissione di CO2.

Sicurezza e ambiente

Il nostro sistema energetico va, dunque, messo in sicurezza. Ma bisogna anche lavorare per fare davvero di transizione energetica e sostenibilità ambientale fattori di crescita e di competitività.

Al riguardo, va affrontato e risolto il deficit impiantistico della filiera del recupero e del riciclo – che tanto incide sugli incrementi della TARI – per perseguire riduzione dei volumi e gestione sostenibile secondo il ciclo raccolta differenziata, recupero e riuso, alimentazione di termovalorizzazione e gassificazione. Ove necessario, anche ricorrendo all’esercizio del potere sostitutivo dello Stato ai fini della realizzazione degli impianti.

Al contempo, vanno supportati la nascita di nuove filiere del riciclo e del recupero dei rifiuti e lo sviluppo di mercati per prodotti circolari e neutrali dal punto di vista climatico.

Fare dell’ambiente un fattore di competitività, di crescita e di sviluppo richiede snellezza ed omogeneità sull’intero territorio nazionale di regole, sistemi di incentivazione e controlli.

E servono investimenti adeguati – pubblici, ma non solo – per la messa in sicurezza del territorio, la mitigazione dei rischi idrogeologici, la salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, il contrasto dell’inquinamento di acque e terreno, la risposta all’emergenza siccità e all’emergenza idrica, in particolare attraverso la maggiore efficienza delle infrastrutture idriche ed irrigue.

Si pensi, inoltre, alle potenzialità, nei territori montani, dello sviluppo delle filiere legate al mondo della coltivazione del legno, della certificazione dei crediti di carbonio forestali, dell’implementazione dell’idroelettrico.

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